Fin da molto tempo prima che emergessero termini quali ‘graffiti’ o ‘street art’, il segno tracciato – clandestinamente — nello spazio pubblico ha accompagnato, a volte emergendo con forza, la storia della civiltà umana. La forma adottata da Vanni Santoni per raccontare questa controcultura, come per “Muro di casse” e “La stanza profonda”, è quella dell’ibrido saggio-romanzo, in cui personaggi di finzione e vere figure storiche del mondo del graffitismo e dell’arte di strada si incontrano, tracciando la storia di questa forma d’espressione in Italia e nel mondo.

Vanni Santoni (1978) ha pubblicato, tra l’altro, la saga di “Terra ignota” (Mondadori 2012-2017), “I fratelli Michelangelo” (Mondadori 2019), “La scrittura non si insegna” (minimum fax 2020) e “La verità su tutto” (Mondadori 2022). Scrive sul “Corriere della Sera”. Per Laterza è autore di “Se fossi fuoco arderei Firenze” (2011), “Muro di casse” (2015), “La stanza profonda” (2017, candidato al Premio Strega) e “Gli interessi in comune” (2019).