
UNO SGUARDO TAGLIENTE. Serata dedicata a Luca Rastello
27 Settembre 2021
18:30
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Lunedì 27 settembre alle 18:30, al Polo Culturale Lombroso16, in Sala Molinari, Andrea De Benedetti, Marco Gobetti, Carlo Pestelli, Jacopo Ricca coordinati da Giorgio Morbello, animano un incontro basato su Uno sguardo tagliente (Chiarelettere), libro postumo di reportage e interviste dal 1986 al 2015.
Ingresso gratuito con green pass, prenotazione su eventbrite.
“Può darsi che il letterato abbia diritto all’ingenuità, ma non sono sicuro che l’ingenuità sia innocente, né che l’innocenza sia innocua.” Luca Rastello
I reportage di viaggio (con una predilezione per il Sudamerica e per l’Asia centrale), la letteratura in generale e quella ceca in particolare, il narcotraffico internazionale e i suoi attori, la guerra nella ex Jugoslavia, le luci e le tenebre di Torino, emblema di un paese intero, i migranti, il Tav, i movimenti anarchici. E poi una galleria di persone, sempre “irregolari” ed eccentriche rispetto ai protagonisti dei racconti mainstream. Trent’anni di vita e di lavoro dedicati a capire le trame e le pieghe del mondo, a cavallo di due secoli.
“Fate ogni giorno qualcosa che vi spaventi” è una frase di Kurt Vonnegut molto amata da Rastello, che fa da sfondo a tutta la sua produzione giornalistica e anche letteraria, qui raccolta attraverso una selezione di articoli e reportage. Rastello non ha paura di inoltrarsi là dove la realtà è più contrastata o addirittura tragica, come se – scrive Morbello nella prefazione – si preoccupasse sempre di “trovare il punto di massimo attrito” sia quando parla della sua città, Torino, squassata da una profonda trasformazione dopo l’effimero rilancio delle Olimpiadi invernali, sia quando ci porta in qualche paese sperduto dell’Asia centrale o in Amazzonia, tra popoli in guerra e in povertà. Nessuna conciliazione o effetto edulcorante: i viaggi in Bosnia centrale in tempo di guerra, gli antagonisti della Val di Susa e il fantasma dell’alta velocità, le torture a due passi da casa nel carcere di Asti, l’orrore del male colto in un pluriomicida (Donato Bilancia) – senza che mai il giudizio faccia velo sulla presa della realtà – sono offerti non come verità oggettive ma come altrettanti sguardi in cui prima di tutto è dichiarato il punto di osservazione. Per questo il racconto che l’autore ci propone richiede sempre uno sforzo di adesione, o magari di contrapposizione. Come dire: “Tu, lettore, da che parte stai? Io sto qui”.
Il suo è sempre un situarsi dalla parte più complicata, non per assumere una postura data a priori ma perché i fatti e le persone di per sé sono solcati da luci e tenebre, e perché è “impossibile mettersi in regola con l’ordine del mondo”: eppure ciò non vuol dire rinunciare ad avere uno sguardo ironico e divertito sulle cose, come quello che Rastello ha mantenuto anche nella malattia.
Luca Rastello è stato direttore di alcune riviste fra le quali L’indice dei libri del mese e Narcomafie. Inviato per Diario della settimana, è stato in seguito collaboratore de La Repubblica. Negli anni Novanta ha preso parte a diverse iniziative nell’ambito della cooperazione internazionale: fra il ’93 e il ’97 ha lavorato in particolare con il Gruppo Abele e l’Italian Consortium of Solidarity nell’ex-Jugoslavia. Da quell’esperienza è nato il suo primo libro La guerra in casa (Einaudi), ispirato alla guerra in ex Jugoslavia. Piove all’insù (Bollati Boringhieri editore) è il suo primo romanzo, uscito nel 2006. Seguono altri reportage: Io sono il mercato, Binario Morto. Poi il romanzo I buoni, anch’esso con Chiarelettere.
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