
Tra mito, storia e attualità: i sessant’anni della rivoluzione algerina
28 Febbraio 2023
ORE 18:30
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Intervengono due de* autor*, Jolanda Guardi e Karim Metref.
Francesco Tamburini, Storia e Rivoluzione nei testi costituzionali algerini dal 1963 a oggi
Caterina Roggero, I militari e la politica dell’Algeria dall’indipendenza a oggi
Lorenzo Scala, L’esperienza dello sviluppo socialista nell’Algeria degli anni Sessanta e Settanta: un bilancio
Vermondo Brugnatelli, I Berberi d’Algeria prima e dopo la rivoluzione
Luca Peretti, «La battaglia d’Algeri» di Gillo Pontecorvo, rifiuti e “censure”
Carlo Podaliri e C. Mario Lanzafame, Il taccuino di Silvio Pampiglione (El Bayadh, 1962-1963). Un medico italiano racconta le storie di torturati algerini
Andrea Brazzoduro, Algeria, Francia: una «storia d’amore»? Oltre una memoria nazionalista, colonialista e patriarcale
Jolanda Guardi, La rivoluzione nella letteratura algerina in lingua araba
Paola Caridi, Casbah. La città nuda
Nadira Haraigue, I giovani e il Fln: la disillusione nei movimenti dell’ottobre ’88
Karim Metref, L’indipendenza confiscata. Le lotte per una Algeria libera e democratica dalla guerra di liberazione alla protesta dell’Hirak
Giulia Crisci, «E allora perché non l’ideale folle di una società egualitaria?» Continuare a lottare perché la Rivoluzione si compia
Saadia Gacem, Femminismo e Hirak. Una lotta nella lotta.
EVENTI IN PROGRAMMAZIONE
Matteo Marchesini presenta Scherzi della natura
Marchesini ci consegna uno splendido canzoniere della fragilità e della lucidità in cui il lettore potrà riconoscere precisi tratti del nostro presente nella versione originale di uno dei nostri scrittori migliori. (dalla nota di Paolo Maccari)
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Un romanzo prezioso, il ricordo di un’estate che racchiude tutto il simbolismo della scoperta, dei sogni, della consapevolezza, della violenza e dell’accettazione di sé. L'autore ne parla con i redattori della rivista Crack
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All’alba dell’11 febbraio 1963, a trent’anni, Sylvia Plath si toglie la vita. Dietro di sé lascia incredibili poesie e un triste interrogativo: che cosa è andato storto? Attraverso la sua voce, ascoltiamo la storia di una delle più grandi poetesse del Novecento, la dolorosa lotta tra le sue luci e le sue ombre, l’ascesa e la caduta
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Lui si chiama Federico Furlan, detto Fede, ma per tutti a Pratonovo è soltanto «il ciccione»
Insegnare il pensiero critico di BELL HOOKS
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