Le muʿallaqāt. La poesia araba prima dell’Islam
20 Aprile 2024
ore 17
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Fāṭima, basta farti desiderare
e se hai deciso di abbandonarmi, fallo dolcemente.
Fai la superba perché il mio amore per te mi tormenta
e qualunque cosa chiedi il mio cuore soddisfa?
Se un mio comportamento ti ha arrecato del male
sfila il mio cuore dal tuo, si separeranno.
I tuoi occhi lacrimano soltanto per trafiggere
con frecce i brandelli di un cuore provato.
Imru’ al-Qays
Sabato 20 aprile alle 17
Presentazione di Le muʿallaqāt. La poesia araba prima dell’Islam (Almutawassit edizioni)
Partecipano:
Khaled Soliman Al Nassiry, editore di Almutawassit
Jolanda Guardi, curatrice
Grazia Dell’Oro, emuse
Le poesie presentate nel volume sono state composte nel periodo preislamico e vengono annoverate tra i capolavori della letteratura araba. In arabo, la poesia è naẓm, ordine, e i singoli poemi sono pertanto come fili di una collana le cui perle, i versi, sono ordinatamente infilate. Alcune poesie, inoltre, sono talmente piacevoli all’ascolto da meritarsi il titolo di al-muḏahhabāt, le dorate. La presente edizione – che offre a chi legge per la prima volta tutte e dieci le mu‘allaqāt in traduzione italiana – è una raccolta poetica di fondamentale importanza, ma anche un testo per comprendere da quale società sono state prodotte e una guida per poterle apprezzare.
Volume a cura di Jolanda Guardi e Hocine Benchina. Traduzioni di Valentina Balata, Hocine Benchina, Antonino d’Esposito, Luisa Franzini, Jolanda Guardi, Federica Pistono, Marco Soave.
«Un doppio affascinante viaggio cattura il lettore di questo libro pieno di meraviglia e di studio. Pieno di incanti e di notizie. Il nucleo originario della poesia araba, dei poeti arabi prima dell’Islam, ci appare in tutta la sua sfolgorante forza. Un doppio viaggio, uno in ciò che è lontano, l’altro in ciò che è dentro di noi, poesia della seduzione, del viaggio, dell’amore e della nostalgia.»
Davide Rondoni
Di Ḫawla e del suo campo tra le pietre di Ṯahmad,
solo resti come tracce di tatuaggio su una mano.
Fermi i miei amici sulle selle accanto a me
“non morire di dolore”, mi dicono, “fatti animo”.
Ṭarafa ibn Al-‘Ab
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