
Davide Mazzocco presenta Geomanzia.
15 Luglio 2021
18:30
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Giovedì 15 luglio alle 18:30, all’Aiuola Ginzburg davanti alla Casa del Quartiere San Salvario (via Morgari 14), Davide Mazzocco presenta con Silvio Valpreda Geomanzia. Sappiamo ancora leggere i segni della terra? (Palermo University Press). Ingresso libero, posti limitati.
Ghiacciai che si sciolgono e foreste che bruciano, metropoli inquinate e oceani saturi di plastica, siccità e alluvioni, carenze alimentari e patologie da sovralimentazione, le contraddizioni e le estremizzazioni della crisi climatica sono il risultato dell’opera plurisecolare di un sistema capitalistico che mercifica ogni aspetto dell’esistenza ed estrae risorse dagli ecosistemi, violentando territori, tradizioni e comunità. La crescente intermediazione del rapporto fra uomo e natura presta il fianco al negazionismo e alle narrazioni del greenwashing, ma il tempo per ridurre l’impatto ambientale di un’economia lineare basata sulle risorse fossili sta per scadere. Partendo dai quattro elementi, l’autore propone una riflessione sul ruolo della politica, dell’economia e dell’impegno individuale al cospetto delle crisi socioambientali e delle diseguaglianze che ne conseguono.
Davide Mazzocco è giornalista free lance e autore di documentari. In passato si è occupato di ambiente per La stampa Tuttogreen, Ecoblog, Terra e La nuova ecologia, attualmente ne scrive su eHabitat, Slow news e Singola. Fra le pubblicazioni, Giornalismo online, Propaganda Pop e Cronofagia. Autore del documentario Deserto verde (2018), presentato in festival italiani ed esteri.
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Viene da un paese lontano, viene per sua necessità e nostra necessità: quella di Olga è una storia appassionante, perché mentre farà amicizia col nipotino di casa tutto incuriosito lei prosegue il suo viaggio, sa tante lingue, si iscrive all’università e stupirà tutti con la sua bravura
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Andreea Simionel presenta MALE A EST
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Uno dei fili conduttori è l’ironia, perché si intravede la presenza costante di un sorrisetto in filigrana. E chiuso il libro si ha l’impressione che quel sorrisetto rimanga insieme a noi, anche se nascosto tra le pagine di questo diario involontario. Filippo Balestra scrive parole senza bussola. Leggerle vuol dire rischiare di smarrirsi o di ritrovarsi insieme a lui, come lui, in bilico sulle sue lettere