10 Agosto 2017
La Siria di Gianluca Serra non è la stessa che conosciamo, o meglio crediamo di conoscere, da qualche anno a questa parte, guardando notiziari e leggendo articoli di giornale. Serra è un ricercatore in biologia che, grazie a progetti di cooperazione internazionale, ha cominciato a lavorare in Siria dal 2001 e fino allo scoppio della guerra civile, nel 2011. Una decina d’anni sul campo, a costruire le condizioni per la salvaguardia di specie animali a Palmira; il che comporta, anche, confrontarsi con una situazione locale di corruzione e indifferenza che l’autore riuscirà a scardinare. Serra è un conservazionista da campo, il cosiddetto practitioner: per dirla con le parole dell’autore, colui che, ben schierato in prima linea dove la natura viene devastata, si sporca le mani e rischia di rimanere invischiato fino al collo. Nessuna specie è mai stata salvata con la sola ricerca. Fare conservazione vuol dire alla fine dei salmi indurre un cambiamento significativo nel comportamento della gente.
Salam è un esemplare di ibis eremita, uccello sacro dalle antichissime origini che compare anche nei geroglifici. Grazie all’aiuto di Ayoub, che da cacciatore e bracconiere diverrà guida di birdwatching, Adel, pastore, e Mohamad, autista, che saranno promossi rispettivamente ranger e direttore dell’area protetta ibis, Serra riesce a rintracciare alcuni esemplari del volatile che si pensava ormai estinto. Una scoperta sensazionale. La rotta migratoria dell’ibis eremita, dall’Etiopia alla Siria, sorvola una decina di paesi distrutti dalla guerra. Con l’entrata dell’Isis a Palmira arriva la devastazione; Mohamed, come moltissimi altri siriani, è costretto alla fuga. Adel, in piena guerra civile, documenta però l’esistenza di un ibis eremita a Palmira nel 2013 e nel 2014: è Salam, il cui nome significa pace. Serra si chiede, nelle ultime pagine, se il lavoro a Palmira non abbia in realtà documentato l’estinzione della specie.
Un reportage, un diario di viaggio e di ricerca che riesce a coniugare il fascino e la profondità degli scritti dei grandi viaggiatori ed esploratori del passato, con una tensione contemporanea fatta di consapevolezza e impegno civile, che non possono non diventare militanti e motori di cambiamento.
Gianluca Serra, Salam è tornata, Exòrma 2016, euro 15,90
Stupende poesie d’amore e di terra. La prima volta non fu quando ci spogliammo | ma qualche giorno prima, | mentre parlavi sotto un albero. | Sentivo zone lontane del mio corpo | che tornavano a casa.
Franco Arminio, Cedi la strada agli alberi, Chiarelettere 2017, € 13
Pubblicato per la prima volta nel 2003, torna questo glossario indispensabile per chi ama i monti e non solo. Arguto e acuto, come alla voce “sigarette”, che ci fa scoprire come oltre ai 5000 metri non ve ne sia più traccia, ma anche che la mummia di Similaun aveva con sé una mistura di tabacco e canapa indiana.
Paolo Morelli, Vademecum per perdersi in montagna, Nottetempo 2017, € 13,50
Due ragazze partono da Torino per un viaggio a piedi alla scoperta del Molise: sono Maria Clara e Giulia. Il nostro passaggio si è presto trasformato nel viaggio di un’intera regione che ha vegliato “le ragazze con lo zaino”, spalancandoci le porte, assicurandosi che fossimo sempre sazie e al sicuro, raccontandoci le storie di abbandono e di resistenza che questo angolo di Sud custodisce. La strada da fare – in cammino nella regione che (non) c’è racconta che perdersi è l’opportunità di scoprire dove pensavi di non trovare e che affidarsi è ancora possibile. Basta iniziare a camminare. (Maria Clara Restivo per il blog luomoconlavaligia.it)
Maria Clara Restivo, La strada da fare, Neo. 2017, € 15
LA LIBRAIA
Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.
Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.