Intorno all’Ucraina e al conflitto: quel che trovi alla Trebisonda

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Non un elenco ragionato o esaustivo: semplicemente “quel che c’è”, che comunque non è poco.

Anna Zafesova, Navalny contro Putin (paesi edizioni): il 20 agosto 2020 Alexey Navalny, ucraino, oppositore di Putin, si accascia a terra, avvelenato. Ma sopravvive. Questo è davvero l’inizio della fine di Putin, sempre più isolato, il cui scranno fa gola a molti poteri interni?

Sara Reginella, Donbass. La guerra fantasma nel cuore dell’Europa (exòrma): nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dal 2014 è in atto un conflitto che ha provocato migliaia di vittime e che ha visto l’Ucraina spezzarsi in due, da quando le popolazioni del Donbass si sono opposte al cambio di governo avvenuto a Kiev, da una parte ritenuto un golpe, dall’altra una rivoluzione democratica.

Yurii Colombo, URSS, un’ambigua utopia (massari): L’oggetto della mia ricerca era solo incidentalmente il passato: volevo tornare a gettare uno sguardo sull’Urss per preparare il terreno a capire cos’è la Russia putiniana attuale e cosa diventerà domani. In questo senso questa non è un’opera storica ma eminentemente politica (l’autore nell’introduzione).

Yurii Colombo, La spada e lo scudo (OGzero): non è una storia generale dei servizi segreti russi (la materia è talmente estesa che gli unici seri tentativi fatti in questo campo sono di tipo enciclopedico) ma è forse il primo tentativo, almeno in Italia, di fornire un quadro della struttura, del ruolo politico, delle controversie e degli scandali in cui l’Fsb e le organizzazioni a essa collegata sono coinvolte dall’ascesa di Putin in poi.

Svetlana Aleksievič, Opere. Guerre (Bompiani): questa raccolta del premio Nobel (nata in Ucraina da padre bielorusso e madre ucraina, vive a Minsk) raccoglie La guerra non ha un volto di donna, Gli ultimi testimoni e Ragazzi di zinco.

Francesco M. Cataluccio, Chernobyl (Sellerio): per i più, Chernobyl è solo la centrale atomica luminescente per il suo bulbo di uranio infuocato e le storie da day after seguite all’incidente del 1986, il più grave di tutti i tempi. Ma quell’evento faustiano, che segnò la vera data finale del comunismo, fu in realtà l’estremo anello di una lunga catena di evacuazioni e massacri di genti, di luciferini stermini di culture: quasi che quell’angolo di terra ucraina fosse luogo eletto di un progetto per la cancellazione del diritto degli uomini di narrare la propria storia.

Markijan Kamyš, Una passeggiata nella Zona (Keller): in parte reportage, in parte memoir, in parte romanzo e in parte nuova e insolita geografia letteraria. Markijan Kamyš è uno scrittore ucraino nato nel 1988. Il padre era uno dei cosiddetti “liquidatori” di Černobyl’, fisico nucleare e ingegnere dell’istituto per la Ricerca nucleare di Kiev, morto quando Kamyš aveva quindici anni.

Mattia B. Bagnoli, Modello Putin (People): c’è la Russia repressiva, che non tollera più dissenso interno, e c’è la Russia geopolitica, che reclama un ordine mondiale distinto dalla pax americana. Ma questo libro è anche un grande reportage che ci porta a scoprire le sfide nell’Artico, la lotta al climate change, gli attivismi che si oppongono al Cremlino e la via russa per combattere la pandemia.

Igort, Quaderni Ucraini. Le radici del conflitto (Oblomov): la Storia di un paese raccontato attraverso le testimonianze di chi è sopravvissuto a un passato terribile. Sono le parole di un’umanità semplice, degli uomini e delle donne comuni che resistono nonostante un presente inquietante, a guidare Igort nel racconto di uno dei periodi storici più importanti del XX secolo.

E anche qualche romanzo…

Per Keller è uscita la “geografia dello sparo solitario” di Andrei Kurkov, autore ucraino che scrive in russo, composta da tre romanzi: Il vero controllore del popolo, L’indomito pappagallo, La pallottola in cerca dell’eroe.

Voland pubblica l’ucraino Serhij Žadan, autore di Mesopotamia, Il convitto, La strada del Donbas.

Jurij Andruchovyč è pubblicato da Del Vecchio: suo è I dodici cerchi.

E non dimentichiamo Alina Bronsky, autrice tedesca di origine russa, autrice de L’ultimo amore di Baba Dunja, ambientato in un paesino a due passi da Chernobyl; e Galizia, di Martin Pollack, un viaggio sentimentale e letterario in una Mitteleuropa che non esiste più. Tutti e due pubblicati da Keller.

(immagine di Mauro Biani)

LA LIBRAIA

Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.

Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.

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