
Presentazione di CONFINE DONNA. POESIE E STORIE DI MIGRAZIONE
21 Maggio 2022
ORE 18
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Presentazione di Confine Donna. Poesie e storie di emigrazione.
In collaborazione con Vita Activa Nuova e con il Concorso letterario nazionale Lingua Madre.
Riflessioni sul tema dei confini geografici, linguistici, emozionali di poete straniere in Italia, fra le quali numerose autrici del Concorso Lingua Madre, come Irina Turcanu, fra le relatrici dell’evento. Con lei Alexandra Zambà e Marijana Sutic, l’illustratrice Valeria Bianchi Mian, Silvia Rosa, curatrice del volume, Gabriella Musetti, direttrice editoriale di Vita Activa Nuova APS.
L’antologia Confine donna: poesie e storie di emigrazione raccoglie, sistematizza e approfondisce i contributi apparsi su Poesia del nostro tempo, pubblicati a puntate dal 2017 al 2019 nella rubrica omonima ideata e curata da Silvia Rosa come sintetico contenitore di riflessioni sul tema dei confini geografici, linguistici, emozionali, a partire da una serie di interviste rivolte a poete straniere che vivono o hanno vissuto in Italia. Le domande, identiche per ognuna, sondavano le ragioni della scelta di espatriare, le eventuali difficoltà incontrate durante il viaggio, il primo impatto con la realtà d’arrivo, la questione della lingua in relazione alla scrittura poetica e quale fosse il confine, fisico o metaforico, percepito come frattura irreversibile nella propria vicenda esistenziale e migratoria. Ogni intervista era poi corredata da una selezione di poesie proposta dalle stesse autrici, per raccontare, questa volta in versi, l’esperienza del radicarsi in un nuovo paese, in bilico tra identità composite e lingue differenti. Nella trasposizione da rubrica a libro l’impianto di Confine donna ha subìto alcune variazioni, in primis la trasformazione dell’intervista in un resoconto autobiografico, suddiviso in brevi paragrafi per sottolineare su quale aspetto della storia personale di migranza si pone via via l’accento, lasciando così tutto lo spazio alla sola voce delle autrici: Prisca Agustoni, Anna Belozorovitch, Natalia Bondarenko, Vera Lúcia De Oliveira, Anila Hanxhari, Adriana Langtry, Eliza Macadan, Gentiana Minga, Lidia Palazzolo, Mikica Pindzo, Brenda Porster, Jonida Prifti, Barbara Pumhösel, Anila Resuli, Candelaria Romero, Evelina Schatz, Barbara Serdakowski, Marijana Sutic, Eva Taylor, Irina Turcanu e Alexandra Zambà, svelano nei loro racconti, in modo conciso o con dovizia di particolari, le tappe che hanno caratterizzato il proprio itinerario cosmopolita. I criteri con cui le poete sono state reclutate sono essenzialmente riconducibili all’anelito di chiamare a raccolta diversificate provenienze nazionali e generazioni distinte, nonché personalità autoriali dalla formazione e dalle poetiche le più disparate. Le poesie sono un controcanto alla narrazione in prosa: spesso centrate sui temi della perdita, dell’abbandono, della nostalgia, della memoria, ma anche della speranza e del desiderio, sono popolate di immagini legate al corpo, alla casa, agli oggetti di uso quotidiano, ed evocano di frequente sapori e odori che si fondono insieme rendendo prossime tutte le porzioni di esistenza che hanno nutrito in ogni dove. Il volume è impreziosito dalle illustrazioni che Valeria Bianchi Mian ha creato ad hoc sulla scia delle suggestioni che racconti e poesie hanno stimolato in lei. Ecco che libri, pettini, poltrone, bambole, abitazioni di fogge e dimensioni diverse, treni, aerei, navi, animali selvatici e domestici, parti del corpo (ricorrente la bocca, con denti e lingua), donne e altri personaggi enigmatici che sembrano emersi dalle profondità oniriche dell’inconscio, prendono forma e si susseguono come in un flusso di coscienza, sottotraccia. Lontana da traiettorie analitiche, l’opera antologica Confine donna tenta di dirigersi direttamente al cuore dell’universo narrativo e poetico delle autrici espatriate, senza filtri critici né operazioni di interpretazione, catalogazione e ricognizione tematica delle loro produzioni letterarie e delle loro testimonianze. Una delle finalità di questo lavoro è infatti quella di comporre un articolato mosaico di storie d’espatrio al femminile, nella convinzione che dare voce a chi è stata protagonista di un’esperienza migratoria, declinata in tempi e modalità differenti, con esiti altrettanto eterogenei, amplifichi la possibilità di un ascolto che colga in queste singole vicende personali l’universale destino che accomuna ogni essere umano, la parabola che ci pone, tutte e tutti, quale che sia la nostra situazione contingente, nella necessità di costruire ponti che a ogni latitudine ci mettano sempre più in relazione, sotto l’egida condivisa dei diritti umani fondamentali, e ci consentano di disabitare il solco delle discriminazioni, delle divisioni e delle contrapposizioni.
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