Jalìs: Le ferite ci raccontano di Ziad Khaddash

Libreria Trebisonda, Via Sant'Anselmo 22

24 Giugno 2025

Ore 16:30

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Un grande poeta arabo, Al-mutanabbi, scrive in una sua poesia: “Khayr jalìs fi-z- zàman kitàb” e cioè “il miglior compagno nel tempo è un libro”. Jalìs è una parola che sta a indicare chi siede con te a conversare amichevolmentee questo è il principio su cui si basa il gruppo di lettura sulla letteratura araba.

L’ultimo incontro prima dell’estate del gruppo di lettura dedicato alla letteratura dei paesi arabi, condotto da Jolanda Guardi, si terrà martedì 24 giugno alle 16:30.

Il testo scelto è Le ferite ci raccontano dell’autore palestinese Ziad Khaddash (emuse) nella traduzione di Enrica Fei. Per partecipare al gruppo di lettura è sufficiente acquistarlo alla Trebisonda.

Le ferite ci raccontano ci conduce nelle pieghe della vita quotidiana in Cisgiordania, offrendo un ritratto vivido della realtà palestinese attraverso la lente dell’immaginazione.
Con una prosa limpida e diretta, che intreccia lirismo, umorismo nero ed espedienti meta-letterari, Ziad Khaddash esplora i paradossi e le contraddizioni del vivere sotto occupazione, scomponendo e ricomponendo la complessità di questa esperienza.
Memorie d’infanzia si mescolano a frammenti biografici e finzione e diventano visioni rivelatrici che sfidano pregiudizi e convenzioni. Queste storie ci mostrano come, anche nei momenti di tensione e scontro, la vita continui a pulsare con desideri, gioie, delusioni e incombenze quotidiane, in cui è facile immedesimarsi.
I suoi racconti sono un viaggio tra ferite che non cercano pietà ma che, con forza e onestà, rivelano il dolore e la bellezza celati, a volte, proprio nelle crepe più profonde.

Amo l’amore di Gerusalemme, l’amore che non ha tempo, che non ha forma. L’amore sospeso e rimandato. Amo l’amore di Gerusalemme, l’amore spezzato dalla mancanza: l’assenza, la dolcezza, la meraviglia cupa e ispiratrice.

Ziad Khaddash è uno scrittore e insegnante palestinese.
La sua famiglia fu costretta a lasciare il villaggio di Beit Nabala, in Cisgiordania, durante la Nakba del 1948. Attualmente vive nel campo profughi di Jalazone, nei pressi di Ramallah.
Dopo aver frequentato le scuole del campo e della città di Ramallah, nel 1989 ha conseguito una laurea in lingua araba presso l’Università di Yarmouk, in Giordania. Ha pubblicato tredici raccolte di racconti, tra cui I momenti più luminosi dei nostri errori, ispirata alla sua esperienza di insegnamento di scrittura creativa nelle scuole palestinesi.
Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Palestina e nel mondo arabo, tra cui il Premio Nazionale della Palestina per L’errore del cameriere. È stato, inoltre, finalista al Premio Al-Multaqa, uno dei riconoscimenti più prestigiosi per la narrativa breve nel mondo arabo.

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LA LIBRAIA

Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.

Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.

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