
Aspettando Sant Jordi con AMARANTA SBARDELLA
10 Aprile 2025
ORE 18:30
Condividi:
Giovedì 10 aprile alle 18:30 Amaranta Sbardella, traduttrice specializzata in autori e autrici catalane, ci racconta tre libri molto molto belli. L’incontro è patrocinato dalla Delegazione del Governo della Catalogna in Italia e anticipa la festa dei libri che si tiene il 23 aprile, Sant Jordi (San Giorgio, sul modello di quanto avviene in Catalogna il 23 aprile quando, come da tradizione, si regalano rose e libri alle persone amate).
Amaranta Sbardella è una traduttrice letteraria, scrittrice e ricercatrice italiana. Ha conseguito il dottorato in Letterature comparate e Traduzione di testi letterari presso l’Università di Siena. Da più di dieci anni lavora come traduttrice letteraria dal catalano, spagnolo e francese, come redattrice e lettrice. È stato visiting professor presso l’Università di Barcellona e fa parte del team “Storica” del National Geographic.
Tra gli autori che ha tradotto dal catalano ci sono, oltre a Anna Pazos, Montserrat Roig e Irene Solà, Mercè Rodoreda, Joan Sales, Gabriel Ferrater, Salvador Espriu, Pol Guasch, Eva Baltasar, Pep Puig, Coia Valls, Josep Maria Esquirol.
Per la traduzione dell’antologia di racconti di Salvador Espriu, Sotto l’attonita freddezza di questi occhi (2013), ha vinto il Premio per la Traduzione dell’Assessorato alla Cultura della Generalitat della Catalogna.
Tagliare il nervo di Anna Pazos (Nottetempo)
Un impulso, un nervo indomabile e capriccioso, porta Anna Pazos lontano dalla sua Barcellona, in Grecia, Israele, Turchia e Stati Uniti. La conduce lontano, in mare aperto, a bordo di una barca a vela con un equipaggio improvvisato e un amore sfuggente. La trascina tra esperienze e relazioni che spesso le lasciano l’amaro in bocca – ma, ogni volta, anche il desiderio di andare oltre, di non fermarsi. E infine la spinge a rileggere il passato della propria famiglia e a fare i conti con il peso delle radici. Tagliare il nervo è la storia di una giovane donna alla ricerca del proprio posto nel mondo. È un racconto intriso delle ansie, delle gioie, delle illusioni e delle contraddizioni di una gioventù che volge al termine. Un’autobiografia irrequieta, spregiudicata e tagliente in cui la ricerca di sé e la presa di coscienza politica sono tutt’uno. Anna Pazos si racconta con uno sguardo crudo e onesto, che va al fondo delle cose rifiutando gli alibi e le facili vie d’uscita, e con la consapevolezza provocatoria di chi non ha paura della vita. Così, senza volerlo, nell’unico modo in cui forse lo si può fare, partendo da se stessa arriva a comporre uno stupendo ritratto generazionale.
Il tempo delle ciliegie di Montserrat Roig (Mondadori)
Primavera 1974. Dopo dodici anni di esilio volontario tra Parigi e Londra, Natàlia Miralpeix torna a Barcellona. La città che l’accoglie, in apparenza, è la stessa di sempre: Franco è ancora al potere, l’anarchico Puig Antich è appena stato giustiziato e la vecchia generazione porta con sé le ferite nascoste della Guerra Civile, i propri sogni infranti, i desideri non realizzati. Per Natàlia il rientro a casa significa ritrovare la sua famiglia, i cui componenti, nel grigiore del momento, cercano disperatamente di dare un senso alla loro esistenza: zia Patrícia, vedova di un poeta decaduto con manie di grandezza, che ora si tinge i capelli, fuma, e ha una passione sfrenata per il vino rosso; la cognata Sílvia, pupilla di un ricco imprenditore, circondata da stoviglie pregiate, biancheria di prim’ordine e da una superficialità disarmante; il fratello Lluís, cinico architetto di fama, simbolo di un futuro promettente e prospero. Infine Màrius, il nipote adolescente, appassionato di poesia e di Jimi Hendrix, che mostra a Natàlia come la rivoluzione sessuale, politica e artistica delle nuove generazioni sia in realtà già nell’aria. Natàlia si muove a fatica tra la sua educazione borghese e la voglia di libertà, mentre il passato si riaffaccia alla memoria: l’incontro con il giovane comunista Emilio, al centro delle rivolte studentesche di quegli anni, e l’episodio drammatico che l’ha spinta ad andarsene da Barcellona. Natàlia è una donna che si rifiuta di adeguarsi alle aspettative sociali e a valori che non sente suoi, desiderosa di trovare la propria strada, per vivere, finalmente, il tempo delle ciliegie, la primavera della gioia. L’importante riscoperta di una scrittrice catalana, voce di primissimo piano nel panorama intellettuale spagnolo degli anni Settanta e Ottanta, i cui romanzi hanno suscitato l’entusiasmo unanime della critica in tutta Europa. Un ritratto spietato di tre generazioni che racchiudono un’epoca; una voce che parla con estrema freschezza anche ai lettori e alle lettrici di oggi.
Ti ho dato gli occhi e hai guardato le tenebre di Irene Solà (Mondadori)
Il casolare del Mas Clavell si nasconde tra le montagne dei Pirenei: è una fattoria frequentata da cacciatori di lupi, banditi, fantasmi, bestie e demoni, radicata nel terreno come una zecca. Un luogo abitato da donne, dove un solo giorno racchiude secoli di ricordi: quelli di Joana, che per trovare marito ha fatto un patto con il diavolo dando vita a una discendenza apparentemente maledetta; quelli di Bernadeta, a cui mancano le ciglia e che, a causa dell’acqua di timo che le hanno versato negli occhi da bambina, ha finito per vedere le cose sbagliate; quelli di Margarida, che invece di avere un cuore intero ne ha uno a tre quarti, senza un pezzo; e quelli di Blanca, che è nata senza lingua, con una bocca vuota come un nido, e non parla, ascolta soltanto. Queste donne, e altre ancora, oggi stanno preparando una festa: il commiato dall’anziana Bernadeta, che giace a letto ormai in punto di morte. L’attesissimo romanzo di Irene Solà – autrice catalana che grazie alla sua scrittura densa e originale ha saputo imporsi in breve tempo come una delle voci più forti e importanti del panorama letterario europeo – è un’opera magnetica, materica: un flusso inarrestabile di parole che, con senso del ritmo, umorismo e audacia formale, plasma un mondo magico, fatto di storia, tradizione e folklore. Uno straordinario intreccio di vite e racconti, che esplorano la dualità e il legame intrinseco tra luce e oscurità, vita e morte, oblio e memoria, realtà e immaginazione.
EVENTI IN PROGRAMMAZIONE
Eleonora Sacco presenta SOCOTRA
Tra il diario di viaggio e il reportage, la scoperta di un'isola quasi inaccessivile e sconosciuta. Con Farian Sabahi
La Gaia Lettura | Sotto lo sguardo del leone di Maaza Mengiste
Addis Abeba, 1974: la storia della famiglia di Hailu e del colpo di stato militare
Monica Pareschi presenta INVERNESS
Monica Pareschi dialogherà con Dario Voltolini
Linda Ferri presenta IL NOSTRO REGNO
Un delicato memoir. Con l'autrice dialoga Dario Voltolini
MASSIMO CANALINI. L’editore in blu
Racconti, musiche e immagini da un'idea di Andrea Demarchi, con la partecipazione di Bonetti e del Collettivo Teatro NO!
Aspettando Sant Jordi con AMARANTA SBARDELLA
Amaranta ci racconta i capolavori di Montserrat Roig, Irene Solà e Anna Pazos
Lorenzo Bartoli presenta NEUROLOGIC PARK
Un diario che documenta la rinascita fisica, emotiva e spituale dopo un ictus. Con l'autore dialoga Roberto Canavesi
Muin Masri presenta VENDESI CROCE
Masri trasporta il lettore tra la terra senza pace di Palestina e il quieto Canavese dove, giorno dopo giorno, ha costruito la sua esistenza
Elvira Seminara presenta IN SICILIA CON FRANCO BATTIATO
L'autrice dialoga con Marinella Venegoni
Vanni Santoni presenta IL DETECTIVE SONNAMBULO
Con l'autore dialoga Enrico Remmert