Adriano Marenco presenta I tre Memoriali
26 Settembre 2024
ORE 18:30
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Giovedì 26 settembre alle 18:30 Adriano Marenco presenta i “3 memoriali” (Come El kann per li Agnelli, UnoaZeroperNoi – SANDRA C, Cassandra al G8, Il senno di Osvaldo – Giangiacomo Feltrinelli tra utopia e paranoia, Edizioni Progetto Cultura) in dialogo con Fernando Mastropasqua. Letture di Nathalie Bernardi.
“Come El kann per li Agnelli”. Una perfetta sintesi del procedimento mi pare che sia nella battuta: “Questo capitalismo che cresce dentro di noi fino a mangiarci dentro. A farci cattivi o morti”. Profezia del finale senza speranza dove un agnello divora l’altro. Direi che, con maggiore causticità, il testo ricorda quelli per burattini di Garcìa Lorca, anche se questi sono più limitati sul piano delle variazioni. Qui c’è la libertà dell’impossibile per dire la mostruosità della realtà.
“UnoaZeroperNoi – Sandra C, Cassandra al G8” è un testo enigmatico, ispirato alla Cassandra di Christa Wolf. E non poteva essere altro che enigmatico trattando di una profetessa, anzi della profetessa per eccellenza, Cassandra. Una Cassandra contemporanea, immersa nelle vicende del G8 e dei No Global. è costretta dal suo destino a dire la verità su ciò che è capitato a Genova, Seattle, Napoli, Roma. Una verità pesante come un macigno per chi, in quanto Dea, ha maneggiato il potere, le sue conseguenze e i suoi compromessi.
“Il senno di Osvaldo- Giangiacomo Feltrinelli tra utopia e paranoia” ovvero Morire a Segrate. “Gunther – All’inizio Osvaldo ha i candelotti di dinamite in mezzo alle gambe. Si trova impacciato nella posizione, impreca. Sposta i candelotti, probabilmente sotto la gamba sinistra, e seduto con i candelotti sotto la gamba, in modo da tenerli fermi, sembra che prepari l’innesco, cioè il congegno di scoppio. È in questo momento che dal mio traliccio sento uno scoppio fortissimo. Guardo verso l’alto e non vedo nulla. Guardo verso il basso e vedo Osvaldo a terra, rotolante.
Adriano Marenco autore attivo in Italia e Polonia. Laureato in Storia e Critica del Teatro all’università La Sapienza di Roma. Ha lavorato come giornalista culturale per Il Manifesto e La Rinascita della Sinistra. Direttore artistico della collana teatrale “scena muta” per Edizioni Progetto Cultura. Cofondatore delle compagnie Patas Arriba Teatro e Collettivo Lubitsch. I suoi testi più rappresentati sono “Jansi La Janis sbagliata”, “La Casta Morta”, “Giovanna sotto il sego del tempo” e “La favola nera del boia in tutù”. Ha pubblicato un romanzo, “La palude e la balera”, una pièce tradotta in polacco e in italiano “UmarⱢa kasta-La casta morta”, la pièce “Sotto questo crollo” (vincitore del Premio Internazionale Città di Castrovillari, e del Premio Letterario Nazionale La Clessidra), tre monologhi “Il pasto degli schiavi”, “Jansi la Janis sbagliata”, “Lilac – in morte di JB” (Testo finalista del concorso Per voce sola sotto l’egida della Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse di Genova), un poema “La fenice cieca” (Poema vincitore del premio La Repubblica delle Lettere), la pièce “Monco & Ciecos’”, vari racconti su libri e riviste. Ha lavorato con Mamadou Dioume che ha messo in scena il suo testo “Disumano è l’affetto” (Testo Menzione d’Onore al Premio Internazionale Città di Castrovillari) per la compagnia AnnaCuculoGroup-Non Io Teatro. Il suo testo “Immemoria” è Finalista al Premio “Teatro Musica e Shoah” Per la compagnia Patas Arriba Teatro, della quale è cofondatore, ha scritto e collaborato con Alessandra Caputo ai testi di: “Jansi la Janis sbagliata” (monologo rappresentato in Italia e Polonia, vincitore di Inventaria), “Il pasto degli schiavi”, “Lady Holiday Mississippi Drunk”, “Il pelo della luna”. Il testo “La casta morta #senzailpoteresimuore” scritto per il centenario di Tadeusz Kantor, è stato messo in scena in Italia dai Patas Arriba Teatro e in Polonia dal Teatr Nowy di Cracovia (UmarⱢa kasta, Nomination al premio Transfer 2015 – spektakl sezonu w Radiu Kraków) e presentato alla Cricoteka.
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